lunedì 15 agosto 2011

Farmaci d’oro

di Maurizio Bisozzi

Sembra che dopo anni di carenze e ritardi di iniziativa nel mettere in moto l’economia, l’Italia politica abbia deciso di dare una sterzata propulsiva al sistema attraverso le liberalizzazioni. Ci vorrebbe una mano forte a guidare la sterzata, evitando che il bolide finisca tra gli spettatori in tribuna, ma non pare di disporre di pilota tanto abile. Il rischio quindi di intervenire ciecamente con la falce nella giungla delle caste per tagliare i privilegi è quello di ritrovare falcidiato anche quel poco che resta del welfare italiano.
Prendiamo un aspetto dello Stato sociale, l’assistenza sanitaria: il prezzo dei farmaci di fascia C, quelli a totale carico del cittadino, e dispensabili con ricetta medica. Più di un illustre economista sostiene la teoria – chiaramente gradita ai produttori – secondo cui abolire il prezzo fisso e sorvegliato dallo Stato di questi prodotti, stimolerebbe la concorrenza a esclusivo vantaggio del cittadino. Anni fa, con la stessa panzana, furono liberalizzati i prezzi di carburanti e assicurazioni auto. Risultato: i prezzi e le tariffe, senza più controllo, schizzarono ai livelli da sogno per i produttori, da incubo per i consumatori.
Della presunta virtuosa concorrenza nel sistema bancario, dettata dall’arrivo delle banche europee, stiamo ancora cercando traccia. Anzi. I sostenitori del libero mercato dei farmaci tirano fuori lo specchietto per allodole dei parziali risparmi ottenuti con la vendita nei supermercati dei farmaci da banco, quelli senza ricetta e per piccole patologie. Ci vorrebbe qualcuno con pazienza e buona volontà per spiegare agli interessati (in tutti i sensi!) che uno spray per il raffreddore non salva la vita come un farmaco “vero”, e che si può fare a meno del primo – o cercarlo più economico - mentre si è disposti a sborsare qualunque cifra per il secondo. Ma questo sono certo lo sappiano benissimo, è proprio l’obiettivo voluto. 
Come è successo per Previdenza e Istruzione, stiamo abbattendo anche nella Sanità ogni garanzia a tutela dei meno abbienti, l’aumento di prezzo del farmaco toglierà a molti la possibilità di curarsi, già oggi insidiata da ticket ingiustamente punitivi verso il malato. E’ possibile, dal punto di vista dell’ortodossia finanziaria, che la liberalizzazioni sia la strada per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia, ma è giusto far pagare – al solito – il prezzo di questo rilancio alle fasce sociali più deboli, tra le quali ovviamente si collocano i malati?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento