lunedì 26 settembre 2011

Lo zio Adolfo

di Maurizio Bisozzi

Domenica scorsa ho portato la famiglia in visita allo zio Adolfo. Vecchietto terribile, titolare di una piccola farmacia rurale in provincia di Viterbo, vive in una casa colonica poco fuori il paese con attorno un modesto appezzamento di terreno, coltivato a vigna e alberi da frutto. Il vino è imbevibile, come spesso succede tra i viticoltori improvvisati, il trucco quindi è nell'andarlo a trovare prima della vendemmia. Passeggiando tra i filari, con un occhio al campo accanto dove la raccolta delle nocciole volge al termine, lo zio Adolfo mi raccontava dell'impegno costante richiesto dalle colture durante tutto l'anno. Mi parlava di sarchiatura dei terreni, di concimi e antiparassitari, di trattamento preventivi contro le infestazioni, di sostituzione delle piante vecchie e di innesti con virgulti freschi. “Aspettare che una pianta venga attaccata dall'oidio o dagli afidi, nella maggior parte dei casi significa perderla”. Piluccando un grappolo ancora acerbo, riflettevo sui vantaggi della semplice saggezza contadina applicata nel suo campo come nel nostro. La farmacia italiana in questi dieci anni ha perso tutto quello che poteva perdere e anche di più, in nome della limitazione del danno e per non essersi mai mossa prima che i parassiti la attaccassero.
Il futuro immediato non è una nebulosa misteriosa, ma una precisa realtà dove entro il 2015 il generico andrà a sostituire il brand con tutte le ricadute rovinose sui fatturati.
La farmacia dei servizi è una fenice nata dalle ceneri della classica farmacia dei farmaci, ma senza ali che possano portarla in alto; ne è conferma lo stralcio dell'art 12 dal disegno di legge Fazio sulla sperimentazione clinica, quello che affrontava la migliore definizione dei servizi in farmacia. Nel frattempo gli accordi locali sulla DPC vengono continuamente rivisti in peggio e la spesa ospedaliera per i farmaci fagocita senza freni, a danno della  territoriale, le risorse destinate alla farmaceutica.
Ebbene, alla luce di questi attacchi annunciati, l'impressione diffusa è che si continui a vivacchiare alla giornata, esultando per aver salvato – al momento – la pianta della farmacia e quella organica dagli assalti delle cavallette, ma senza mettere in atto nessuna nitida azione di difesa attiva e preventiva per il futuro.
Viviamo, nel nostro piccolo, la stessa abulica paralisi da day before che si riscontra a livello nazionale, uno stallo che ha fatto insorgere Emma Marcegaglia, lanciando accuse di inerzia politica: interventi senza respiro e privi di sguardo al futuro, assenza di proposte di rilancio economico e occupazionale, pannicelli caldi, inutili contro la polmonite in arrivo.
Se non si mette mano con decisione e lungimiranza alla vigna e alla farmacia, sarà difficile che si arrivi a raccoglierne ancora i frutti, già dalla vendemmia del prossimo anno. Considerato il vino dello zio zio Adolfo potrebbe non essere una cattiva soluzione per la prima, di certo devastante per la seconda.


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