lunedì 25 aprile 2011

Apoteka officiorum
Intervista impossibile a Galeno
di Maurizio Bisozzi

- Professor Galeno, prego si accomodi...
- Sono un uomo umile, chiamami semplicemente magister.
- Magister, lei non immagina quanto io sia onorato..
- Lei chi? Qualcuno che non è qui? Dammi del tu, come si faceva tra latini.
- Davvero posso? Allora Galeno..
- Magister Galeno, se non ti dispiace...
- Oh, mi scusi. Anzi scusami.
- Per Giove, quanto si è imbarbarita la mia lingua, quanto tempo perdete a piazzare sillabe prima o dopo il verbo. Ai miei tempi...
- Ecco, proprio di questo volevo chiederti, dei tuoi tempi.
- Domanda pure figliolo, ma prima dimmi: vedo un caduceo sulla tua tonaca, sei forse   anche tu un membro della setta dei therapeutes?
- In un certo senso. Sono un farmacista, un preparatore di rimedi medicamentosi per curare le genti.
- Per Atena, un collega! E dopo così tanti anni ancora la gente si ammala, non avete trovato rimedi al pneuma corrotto dai quattro umori corporei?
- Be', ecco, direi di no. Anzi, quanto a corruzione, ti assicuro che siamo molto più avanti di quanto tu possa immaginare.
- E gli umori? La rete mirabilis?
- E che vuoi che ti dica, magister. Gli umori subiscono gli influssi del Senato e tendono sempre più a un colorito nero...
- Il Senato faceva danni già ai miei tempi. Perché non scegliete un Tiranno che risolva    tutti i problemi?
- Guarda, anche su questo punto siamo abbastanza avanti, ma non divaghiamo. Dimmi piuttosto, come fai a conoscere Internet?
- L'etimo del vocabolo mi appartiene, ma quel net finale mi è sconosciuto. Forse perché il tennis ai miei tempi non era ancora stato inventato?
- Ma no, che c'entra! Era il tuo domandare della rete mirabilis che mi ha tratto in inganno e fatto pensare al web.
- Web? Quali oscure verba usi, o collega?
- E' inglese, una lingua del Nord.
- Non pronunciare parole e terre barbare, ricordati che hai di fronte un magister!
- Sai, magister, qui sono cambiate diverse cosette. Ti dico solo che la natia Turchia e la vicina Grecia sono oggi ai confini dell'Impero.
- Vuoi forse dirmi che i barbari sono al potere?
- Tu vuoi a tutti i costi farmi prendere una denuncia, parliamo d'altro. Il tuo nome è immortalato nella professione di noi farmacisti: i rimedi che allestiamo in laboratorio vengono idealmente fatti risalire alle tue sperimentazioni.
- Lusinghiero. E allora cosa sono tutte quelle scatoline colorate sul tuo banco?
- Quelli sono OTC, magister. Un acronimo di... vabbe', un termine barbaro che ti farebbe alterare.
- E quel cartello che avvisa del taglio di prezzo del 40% sui farmaci cos'è? La solita decima che Roma impone all'Impero?
- Sono cambiati i tempi, magister. Oggi Roma la decima la impone solo a noi farmacisti.
- Per Giove! E che dicono i nostri Pretori?
- Il proconsole Mandellus e la proconsolatrice Racca nei comizi curiati parlano della Apoteka officiorum.
- Lo traduco in farmacia dei servizi?
- Lasciamolo in originale, rende meglio la trasformazione della farmacia in ufficio. Resta comunque una grande vittoria: pensa che inizialmente era prevista la confisca dei nostri beni e l'esposizione di tutti i farmacisti ad bestias.
- Sì, ma perchè solo ai farmacisti? In cosa avete offeso l'imperatore?
- L’imperatore non c’entra, sono accordi con Ferrum Parvum Fatio e Tres Montes.
- Barbaro iberico?
- No, non iberico. Sono due tribuni del Popolo.
- Romanus?
- No, Populus Libertatis. Magister, sono cambiate molte cose dal Diritto Romano. Ora c'è la crisi e tutti siamo chiamati a fare sacrifici
− Vuoi dire che sono state ridotte le bighe blu e i compensi al Senato? O al solito pagano i Plebei e i Patrizi si trastullano in festini con musici e licenziose ancelle?
− Tu vuoi vedermi finire in catene al Colosseo, la prossima volta intervisterò l'aspide di Cleopatra: è meno velenosa di te...

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