mercoledì 27 aprile 2011

Un costo inutile
di Maurizio Bisozzi

E ci chiamano casta di privilegiati, pescando il 10% dei colleghi e interpretando la parte per il tutto. La fatica, il sacrificio e l’impegno del restante 90% non fa notizia, come il cane che morde l’uomo.
Oppure truffatori, quando il solito giornale spara in prima di cronaca nera il furbetto che gioca con le fustelle come faceva da piccolo con le figurine Panini. Senza rimarcare che, in questo caso, è l’uomo che morde il cane.
E ci chiamano ladri, quando l’Aifa abbassa i prezzi di riferimento e le aziende non si allineano immediatamente, lasciando il povero farmacista a chiedere il ticket per un equivalente.
Ma comincia a gironzolare una nuova definizione. Infatti: “Il settore della distribuzione in Italia, secondo i rappresentanti della GDO, dopo l'impulso delle lenzuolate Bersani stenta ad evolversi. In particolare, per quanto riguarda il settore dei farmaci, il presidente Ancd- Conad Camillo De Berardinis dichiara 'la liberalizzazione delle attività di vendita è solo agli inizi'; difficoltà di sviluppo nel settore sono segnalate anche dal presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli, che afferma: 'Non riusciamo ad ampliare la gamma e resta tutta una serie di obblighi che ci impongono dei costi inutili”. 
Ecco, costo inutile  ci mancava. Per fortuna la GDO ha colmato la lacuna e coniato il termine che presto verrà ripreso dalla stampa. Magari per far ripartire l’economia si lancerà una campagna di incentivi alla rottamazione del farmacista: per ogni omino in camice bianco riconsegnato, sconto del 40% sull’acquisto di un distributore automatico di farmaci.
Costo inutile, quindi, come il mio abbonamento annuo in una palestra dove non mi vedono dal giorno del rinnovo; costo inutile come il corso di lingua spagnola di mia suocera o il corso di decoupage di mia moglie. Inutile come il tempo perso ad aspettare un treno in ritardo, inutile come la moviola dei campi di calcio. Inutile come i vecchi bigliettai dei tram, oggi sostituiti da economiche macchinette distributrici di biglietti, inutile come cercare di far capire a Camillo e Giovanni che la salute è un valore, non un costo.
Ma quelli sono managers, mica filosofi: ai loro occhi, rapiti dai bilanci, noi siamo inutili come coperchi su pentole vuote. Insomma, cappelli sullo loro teste.

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